Massimo Bontempelli diceva che «tutta la grande arte, quando non è estasi, è denuncia e requisitoria» e ciò vale per Pirandello come per Dante, sommi artisti nel loro duplice oltraggio: fuoriuscita dalla doxa del proprio tempo (e del potere che vi si fonda) e oltrepassamento dei limiti, a noi connaturati, del pensiero della ragione. Viaggio verso un oltre interno (l’inconscio, con i fantasmi che alimentano le fantasie del pensiero) e verso la proiezione esterna nei miti e nelle fantasie collettive di religioni trascendenti, utopie, credenze politiche e filosofiche immanenti. Oltraggio spesso legato a un’oltranza stilistica che connota, più o meno evidentemente, l’opera dei grandi scrittori e poeti.
Pietro Milone ricostruisce la presenza di Dante (e il suo significato) nell’opera di Pirandello, con acribia storico-filologica unita a una più libera interpretazione che mira alla genesi profonda dell’opera nella mente che Pirandello porta in scena con l’apparizione di Madama Pace nei Sei personaggi. Il filo della presenza dantesca diviene pertanto quello di una più complessiva interpretazione e di una nuova ricostruzione critica dell’opera pirandelliana, ripercorsa mediante alcune delle sue fondamentali opere e altre meno note o trascurate, mai illuminate da una giusta luce di lettura. Al suo centro è qui posta la questione della sua laica e moderna religiosità: il passaggio dall’ortodossia del vecchio Dio a un moderno relativismo bi-logico in una laica teologia dell’arte che indaga sull’epifania del dio di dentro e sul male e il dolore della storia e della vita dell’uomo.
Autore
Pietro Milone ha scritto di storia e di teoria della critica (libri e saggi su Muscetta, Borsellino, Ferroni e Debenedetti, la psicoanalisi e l’epistemologia bi-logica di Matte Blanco) e di letteratura dell’Otto-Novecento italiano (da Navarro della Miraglia a Brancati, Tomasi di Lampedusa, Campanile, Vergani). Ha molto scritto, da studioso e da pubblicista, su Leonardo Sciascia anche nei suoi rapporti con Pirandello: L’udienza (Vecchiarelli, 2002) e Sciascia: memoria e destino. La musica dell’uomo solo tra Debenedetti, Calvino e Pasolini (Sciascia 2011). Di Pirandello scrive da oltre quarant’anni sulle principali riviste a lui dedicate (dalla «Rivista di studi pirandelliani» a «Ariel» e «Pirandelliana») e ha curato e introdotto edizioni delle sue opere (Uno, nessuno e centomila e L’umorismo, da Garzanti, e Novelle della grande guerra da Nova Delphi). Da Metauro ha pubblicato, nel 2017, Pirandello accademico d’Italia e il “volontario esilio”. Fascismo, Vinti, Giganti.
Rassegna Stampa
Recensione di Itala Tabasco, rivista “Oblio” XIII, 48, dicembre 2023.
L’oltraggio di Pirandello e Dante. Dio, inconscio, fantasmi, poesia, recensione di Gualberto Alvino, in Treccani, Lingua Italiana, giugno 2023.