Angelica

11,40

di Leo Ferrero
a cura di Paolo Puppa
anno 2004
284 pp.

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Scritta direttamente in francese tra il ’28 e il ’29, quando l’autore, Leo Ferrero, è poco più che un ragazzo, ed allestita a Parigi nel ’36, quando è già morto, Angelica rappresenta il capolavoro dell’esule che trascina nel cuore la nostalgia dell’Italia e l’odio per il Fascismo e per i cortigiani del regime. Uno dei copioni più colti e più semplici, più densi e più popolari, oggettivamente, della drammaturgia sommersa tra le due guerre.

Autore e Curatore

Leo Ferrero (Torino, 1903 – Santa Fe, 1933), scrittore e drammaturgo italiano, nipote di Cesare Lombroso, compose nel 1923 il dramma in prosa La chioma di Berenice. Nel 1924, grazie a Pirandello e D’Amico, entrò a far parte del Teatro dei dieci, un gruppo di giovani drammaturghi impegnati nel rinnovamento del teatro italiano, ambito in cui si colloca il dramma Le campagne senza Madonna (1924). Collaboratore di «Solaria» fin dalla sua nascita, iniziò alla fine del 1926 il Diario di un privilegiato sotto il fascismo, pubblicato postumo. Il dramma Angelica fu invece composto a Parigi, dove Lombroso si trasferì in esilio volontario, per poi ottenere una borsa di studio dalla Rockfeller Foundation per l’Università di Yale (1932), un anno prima della sua morte.

Paolo Puppa (1945) è un docente, drammaturgo e scrittore italiano. È stato direttore di dipartimento e dal 2001 è ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia. Ha insegnato in università straniere, come a Londra, Los Angeles, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. È stato redattore della rivista «Biblioteca teatrale» e ha collaborato in qualità di critico alle riviste «Hystrio», a «Sipario», a «Ariel». È autore di numerosi saggi e testi teatrali (alcuni tradotti e rappresentati anche all’estero) e di libri di narrativa ed è curatore di scritti teatrali, mentre innumerevoli sono i suoi articoli su riviste come «Prima fila», «Passages», «Sincronie», «Biblioteca teatrale», «Prove di Drammaturgia» e altre. Nel 1996 ha vinto il Premio Pirandello con la commedia La collina di Euridice, e tre anni più tardi ha ricevuto il premio speciale della giuria al Premio Riccione per Zio mio.

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