Diario di bordo sul set di “Cesare deve morire”
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«Attraverso il linguaggio dell’arte il detenuto intravede orizzonti più ampi, diversi da quelli oscuri in cui si sono maturati i suoi errori e le sue condanne, ma nello stesso momento in cui li scopre si rende conto di esserne escluso»
Sul set di Cesare deve morire, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino nel 2012, Carla Vezzoso ha tenuto un Diario di bordo che rappresenta una preziosa testimonianza del modo e delle condizioni in cui venne girato il film dei fratelli Taviani. La scelta di realizzarlo all’interno del carcere di Rebibbia, servendosi dei detenuti in veste di attori, ha prodotto un’atmosfera particolare che Carla indaga e racconta, divisa tra il desiderio di comprendere la condizione umana di chi, spesso, è condannato al carcere a vita e la partecipazione sentita, a volte commossa, alle confidenze che i carcerati le fanno sul loro passato, sulla vita in prigione e sui loro rapporti con famiglie ed amici. Ne nasce un racconto ricco di tensioni emotive, di riflessioni profonde sulla colpa e l’espiazione e, infine, aperto alla speranza che l’esperienza artistica possa rappresentare un momento di redenzione anche per le menti dei criminali più incalliti.
Autrice
Carla Vezzoso è stata segretaria d’edizione nelle produzioni cinematografiche e in questa veste conobbe e sposò Vittorio Taviani. Poi con i due fratelli Taviani è stata a lungo sul set collaborando in diversi ruoli. Ha dato contributi alle sceneggiature di molti film diretti dal marito e dal cognato, tra i quali più recenti La masseria delle allodole, Luisa Sanfelice e Resurrezione.
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Rassegna Stampa
Diario di bordo sul set di Cesare deve morire, recensione di Paolo Montanari, Concorso letterario “Città di Grottammare”, 31 marzo 2021.
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