Palmieri (1904-1968), drammaturgo, poeta e critico teatrale, primo e ultimo autore del Grande Teatro Veneto, con Strampalata (1923) scrive, diciannovenne, la sua opera prima, ma in fondo anche la prima del nuovo Teatro Veneto; l’unica a suo modo “futurista”, teatro “d’anime e di colori” dove l’espressione più gergale è la più teatrale, in quanto, com’è nella natura del dialetto, si fa mentre viene detta; dove le Maschere inscenano l’impossibile Comédie Nouvelle sognata dalle avanguardie; dove la Parigi di Laforgue è tutt’uno con la Rovigo di Gino Piva, e Luna e Polenta sembrano specchiarsi: «con la punta del campanile / pronta a ferire / – colpo di scena – / quella vecchia ruffiana / della luna piena!».
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